Se il sonno tarda a venire, per una contratta abitudine allo spuntar di solitudini da un lumicino di fioca luce guidato, tra le ragne dei ripiani della memoria mi apparto e attento vi rovisto. Frugando tra cianfrusaglie impolverate, in ordine e catalogati, tarmati ritrovo i reperti collezioni trafugati alla mia vita andata. Sceltone uno a caso, sciolgo i nodi dello spago che serra il pacco di carta da imballo da quattro soldi e con delicatezza certosina lo apro. Nella paglia affogati, vi son dentro conservati cocci vitrei di franta giovinezza! Da tanti pezzi aguzzi tento di ricomporre l'oggetto distrutto, il quid, il complemento del tutto che rapportato all'emergente di oggi a trapassati giorni dia un senso! Ora i pezzi collimano, prendono forma parvenze di altri accadimenti!. Ritrema il cuore indovinando l'allusione maliziosa a cui rinvia quel puzzle! Ah inquietudini morte, fossili di ideali bruciati, interiorità stemperate; larve di illusioni abortite e non giunte a compimento, sviamenti... storie d'errori! Sorretto da un improvvisato puntello appena svento un crollo imminente! Con ginocchia fatte d'argilla in piedi resto, al peso che mi schiaccia e opprime, resisto... Riavvolgo il tutto, riannodo lo spago; al cuore serro cartoccio di ricordi. Il buio emesso dalla notte di un corpo senza luce si irradia; riparatrice una speranza non accorre, si oppongono le palpebre immobili ad altro sogno che non sia menzogna! Graffiato a sangue da schegge di trascorsi giorni, per somma di bruciori perdo i sensi: a un torpore ben più profondo del sonno assente, più tardi mi darò arreso!
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