Se uomo io fossi, vorrei esser di lacrime e pianto, di paura e tormento. Non intento a negare rimpianto, e capace a esaltar sentimento.
Poi vorrei saper fare carezze.
Si, saprei cosa fare dell'odio, da covare financo in eterno. Mentre stessa bravura nel dare l'amore, non sento di avere, seppur dentro nel petto pulsante a sparire non trova un istante.
E pagliaccio, vergogna di esser, rinnego, perché il folle che in mente mi danza, balla sempre di ritmi infuocati, di parole che bruciano il cuore e di composizioni d'amore.
Io non sono maestro, di niente e di nulla, e chiunque dovesse pensarmi mi ricordi come uno di tanti, come strade affollate di gente intasate, tra facce passanti.
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