Davanti a tutto quello che manca rincorro invano rimembranze d'autunno disperse in foglie d'alberi giacenti solitarie, inermi cullate dall'instabile nebbia.
La luna, nel suo ozioso languore, giace riflessa e abbandonata nei bui viali sonanti di voci in abbandonati echi che la memoria nel vuoto ha riposto.
Silenti passano i giorni come fuggevoli visioni; sognando cari lineamenti limpide beltà mi ricordano dintorno, e già odo il sonno profondo del bosco.
Perduto è il tempo, lo spazio incerto. S'avvicina l'uragano in lontananza, e agitato il fondale del mare vicino nell'umido tramonto s'arrende.
Presto il freddo inverno giungerà forte. inebriato dal ricordo vedo la riva immaginaria farsi strada impetuosa, e agli occhi l'inganno s'allontana.
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