Di mattina presto al sorgere del sole d'agosto sono penetrato silenzioso in un bosco di pioppi, olmi, salici e tanti rovi pieni di more rosse e nere che ho messo in bocca al canto di belle capinere.
Il silenzio del mattino era rotto da pochi uccelli illuminato dai bagliori del sole che lento appariva con raggi d'oro fra il fogliame verde che copriva lo stretto sentiero di erbe e alto sedano silvestre.
Udivo le foglie secche chiacchierare sotto i piedi forse stanche di volare col vento sotto il cielo, preferendo finire per abbellire dei nidi di uccelli o essere calpestate per arricchire la loro terra.
Ho camminato un paio di ore con lo zaino e bastone ascoltando come si svegliava questo mattino d'agosto in una lunga fascia di bosco verde lungo il fiume Ebro con cicogne e garzette beccando le ultime tenebre.
Il sole lanciava i suoi raggi su anatre dal collo azzurro mentre due giovani aironi cenerini mi guardavano seduto sulla riva ascoltando la tenue sinfonia delle ore con la luce che illuminava lentamente la nuova aurora.
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