Passiamo... passiamo!

Nel canestro dal bordo sfigurato
i frutti estivi ormai son rari
l'autunno già serpeggia tre le foglie,
improvvisi piovaschi
dispettosi cancellano gli ultimi
i rabeschi sulla sabbia incisi,
timide folate rinfrescano l'aria.
Il cielo azzurro acceso di sole
rimpiangeremo quando l'inverno
arriverà spargendo gelo tra i rami.
Qualcuno, conosciuto sul lido
e a cui abbiamo stretto la mano
siglando un arrivederci irripetibile,
certo più non incontreremmo se mai
domani tutti ritornassimo al mare.
Chi mai tiene i fili delle stagioni,
chi all'impazzata spara pallini minuti
nel mucchio che si attarda ignaro!
Lungimiranza spiegaci l'arcano
che assottiglia il fascio degli umani:
dove mai sarà chi più non vedremo
quando un altro giro avrà compiuto
la girandola solare?
Forse nel mezzo del cielo avrà trovato
la sua dimora e noi rimasti quaggiù
da lassù additerà inviandoci un saluto.
Come atterrisce e si prolunga
l'evoluta delle cose perdute!
Dalla memoria, sbucherà un dì il ricordo
di colui a cui parlammo da vivo a vivo,
di chi ci ha preceduto sulla linea di arrivo
nella maratona che ha per traguardo
l'ultimo vuoto. Passiamo,
passiamo senza poter restare!

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