Siccome ti chiedo troppo non più disturbo richiedo alle tue docili membra ricolme di penombra in questa sera: odo rimpianti venir dal deserto, più di uomini assetati sull'orlo del miraggio, più di gazzelle ormai certe della vision di cipressi: sento il compianto di civette, stornelli in piena arsura che fan dell'aria inesistente un matton che grave è poco a dirgli! Son sicuro che lì, dove tu sei, riposi in una melodia di merli, le coccole profumate fan di te un giunco: dondola, e gli steli ti fan sottile! Tutto li è vivente ed io qui in questo lamento infinito di beduino che ti ricordo: nel mormorio tunisino!
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