La nostra terra madre è stanca di partorire uomini che seminano fame nei suoi solchi. Non usiamo più acqua per lavarle il viso ma sangue di martiri di ogni sesso ed età.
Stiamo morendo giorno dopo giorno con l'orecchio pieno di rumori di spari gli occhi stravolti per il troppo dolore. Di nascosto i potenti si giocano a dadi un deserto gravido di futuro senza mani.
Corrono veloci missili umani nello spazio da tempo trasformato in caserma micidiale. Uomini e donne lo popolano piangendo guardando la terra madre dove sono nati.
Sta sbocciando in silenzio un nuovo domani con fuochi d'artificio senza nessun colore perché stiamo uccidendo anche l'amore in nome di un dio nato dall'odio e dal terrore.
I lunatici e marziani siamo sempre noi stessi che prepariamo un grande giardino di metallo con un portone senza chiavi, la cui scritta dice: "Qui giunsero gli uomini con tanta nostalgia dopo aver distrutto la loro azzurra madre con odio, rancore, morte e tanta ipocrisia".
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