Salve, mia terra, tranquilla e lieta, come il sorriso della tua bontà ispiri i canti del tuo asceta, gli rendi men triste la vetustà.
Oh! Quanti affetti, quante memorie dei tuoi luoghi parlano a me! Della mia vita le prime storie, dolce mia terra, son chiuse in te.
Presso il folto tuo colle silvestre, che l'alba imbianca dei suoi splendori, tra i morbidi cespi delle ginestre sopr'un tappeto d'erbe e di fiori,
v'è l'angusta cara chiesetta, ov'io, fanciullo, pregavo sospetto l'angelo vigile di dolce casetta, che al pensier mio ritorna in petto.
Torna alla mente tutto il tuo bene, la tua memoria porto nel cuore, e mi ripeto le cantilene che allietano gli occhi di tanto colore. La voce cupa delle canzoni lungo la piazza lontano vola; apre il mondo delle visioni e qui si posa dentro un'aiuola.
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