Scritta da: Fabrizio Cabras

Via Pertini 36

Doveva essere una di quelle storie eleganti
ma avevamo troppa paura
eravamo troppo distanti
per capire che gli occhi cercavano gli occhi
e il cuore cercava il permesso di fare l'amore
un comandamento non scritto
uno sguardo di consenso
i muti riuscivano a parlare
i sordi si ascoltavano leggendosi il viso
E noi no, che avevamo parola ed udito...
E questo francamente non l'ho mai capito
i passanti si fermavano congratula dosi per il nostro presente,
noi indossavano il nostro falso sorriso,
non sapevano niente loro non sapevano niente
attaccavi chiodi al muro per contare i miei errori
avresti potuto appenderci quadri
e inaugurare una mostra degli orrori
contavo i tuoi cappelli
ma due alla volta per provare ad ingannarti
ora non riesco neanche a contare più i tuoi passi
siamo troppo distanti siamo troppo distanti
in via Pertini 36 non si sentivano più risate
una calma apparente zittiva urla soffocate
che terminavano solo nell'ora delle posate
in via Pertini 36 non si faceva neanche più l'amore
io troppo concentrato a non perdere il mio onore
tu troppo attenta a non perdere il sapore
in via Pertini 36 non si vedevano neanche più sorrisi
io troppo perso tra le nuvole
e tu avevi perso già troppo tempo dietro le mie cazzate
ogni litigio si tramutava in alcool puro
mi ricordo appoggiato ad un balcone a farmi prendere per il culo
mi ricordo nella mano destra la bottiglia di whisky
nella mano sinistra una penna un foglio e l'inchiostro
e con il mio pugno il muso duro gli mandai a fare in culo
tu mi raccontavi le tue giornate fermi ad un semaforo rosso
io non ascoltavo e adesso che voglio non posso
in via Pertini 36 non si sentivano più risate
una calma apparente zittiva urla soffocate
che finivano solo nell'ora delle posate
in via Pertini 36 non si faceva neanche più l'amore
io troppo concentrato a non perdere il mio onore
tu troppo attenta a non perdere il sapore
in via Pertini 36 non si vedevano neanche più sorrisi
io troppo perso tra le nuvole
tu avevi già perso troppo tempo dietro le mie cazzate.
Composta giovedì 9 marzo 2017

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    Info

    Scritta da: Fabrizio Cabras
    Riferimento:
    Questo testo è stato scritto, anzi questo testo ha voluto essere scritto, per ricordarci che la guerra, che sia di potere, politica o religiosa dobbiamo lasciarla ai soldati, e a tutti coloro abbastanza folli da affrontarla, e per ricordarci che se una guerra santa è già letteralmente insensata e stupida, la guerra del cuore lo è ancora di più, non crea vittime intese come corpi tornati alla terra, ma francamente non vedo molto differenza tra un morto in guerra e un morto in amore, spero che questo messaggio arrivi più chiaramente nel corso della lettura.
    Dedica:
    Roberto, caro fraterno amico nonché stimato poeta di strada come me.

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