Incaute ore, spade affilate. Cerco la sfida a mani nude, sotto l'acqua fin dentro le ossa. Accenno alla prima. Frantumo i vetri, d'argentei riflessi. C'è chi conta i giorni. Io, raccolgo le foglie e brucio i rami secchi. Il fuori, è lontano. Dentro c'è troppo. M'allungo leggero sulle curve, sfiorando le cime. Acido e piccante. Disegno le rose, m'anche le spine. Stecca e pennello. Estro errante bussando da cochinoga a temuco. Rocce scoscese, onde marine, lontane, lontane, lontane. Parlo di me, Che sei anche te. Insieme noi facciamo tre. Erba e cemento, odio e petrolio. Il serpente ama il sole, l'umano il suo veleno. Spiga di giugno, foglia d'autunno Lento un suono, passione e fuoco. Eppure, Se fossi ragno tesserei le tele. Oppure iena annusando le prede. Attor d'un atto, dalle rime bruciate. E parlo di me. c'è whisky e caffè Ubriaco un: perché? Verso l'uscio aperto, raccolgo tre foglie: una foglia, due foglie, fogliemie, tre solo foglie... foglie... foglie...
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