Scritta da: Riccardo Sanna

Tu, io, noi. E il mare...

Pensateci bene, il mare è la nostra vita.
Noi siamo la barca e lui la nostra quotidianità.
Navighiamo in un mare blu e infinito quando stiamo bene,
mentre il viaggio si fa più cupo e grigio
quando i nostri giorni diventano uguali ai mari d'inverno.
Spesso incontriamo mari d'amore
ma se non guardiamo oltre l'orizzonte
possono diventare impetuosi mari di guai.
Esistono, anche, maremoti del cuore,
con onde altissime a far girar la testa.
Il mal di mare null'altro è
che vivere in alto mare
senza non sapere cosa fare.
C'è poi un mare di fango
o quel mare di merda
a distruggere la sensibilità e la vita altrui.
E ancora, un mare di gente
che non sa più dove andare
e quella gente di mare
- la sera d'estate -
a fare su e giù con un gelato in mano,
spensierata e finalmente serena.
Navighiamo in un immenso mare di speranza
augurandoci non svanisca mai,
ma attraversiamo mari di pensieri
che proprio la fine non la vedono mai.
Si viaggia su mari ad aspettare il tramonto,
evitando i mari in tempesta.
Incontriamo mari amari
che non sanno più amare,
mari profondi come sguardi persi
e mari di cimiteri ormai persi
dove soltanto i pesci e i versi vanno a cercare i dispersi.
C'è, inoltre, maretta
quando due onde non si parlano più.
O quella dolcissima brezza marina,
se invece l'aria accarezza la felicità.
Tanta mareggiata ad amareggiare
e tanta altra ancora a regalare entusiasmo.
Siamo in alta marea
nel momento in cui
l'amore nuota e si scioglie nella passione del mare
e in quella bassa bassa quando affoga giù nell'abisso del dolore.
Navighiamo in un mare mosso,
spesso lo facciamo senza neppure saperlo,
perché abbiamo inconsciamente deciso
di far diventare un porto di mare la nostra anima.
Promettiamo mari e monti
ben sapendo che stiamo giurando un mare di cazzate,
mettendoci in mare senza biscotti
e lasciando
- pericolosamente -
al menefreghismo la rotta del mare.
Siamo specchi di mare,
marinai su barche e barchette,
lupi di mare,
sognatori o figli di...
mari di mani a ripetere gesti e costumi.
Navighiamo, viaggiamo.
Ci spogliamo del sale
e col mare cerchiamo di colmare distanze di vuoti incolmabili,
come i nodi del mare impossibili da disfare
da raggiungere,
o da percorrere.
Siamo guardiani del faro ad illuminare il nostro mare.
Un mare di gente in timida attesa.
Quell'identica attesa che
- spesso -
libera alla perdita delle delle acque una vita nuova.
Un mare nel mare a cercare l'amore
che permetta di amare.
Un mare di storie.
Tu, io, noi.
E il mare...
Composta domenica 7 febbraio 2016

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