Alcune volte si siede al mio fianco, e poi, silenziosa, fuori mi scruta...
... e, dentro, vetri appannati di un piovigginare d'autunno o di uno spiove di primavera, e, insieme, un accampamento di emozioni che non esistono quasi ma che vuoi catturare, e loro, che senza apparente motivo, vanno a nutrire non lacrime ma un groppo alla gola che ti sembra sia fuori... ... e, dentro hai, come riflessi scomposti di specchi del tuo passato in frantumi, e, anche, la voglia di non andare verso il futuro se non per capire, quali, di quelli, in questo mosaico di vita devi incollare tra loro perché tutto ti quadri là fuori... ... e, dentro, loro, che appesi alla parete dei tuoi ricordi vorresti staccare per restaurare, per poi, riappendere ancora, che vorresti non fossero mai stati prima, come gli amici, perduti negli anni, o gli amori, finiti senza alcuna ragione, o i padri e le madri, che ancora vorresti, e che ti consegnano a questa malinconia che è lì, fuori...
... ma dentro mi fa compagnia, e, alcune volte, si siede al mio fianco.
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