Scritta da: Iris Vignola

Dinanzi a me c'è solo il mondo

Il mare s'è imbevuto del mio pianto,
non più sgorgano, dagli occhi gonfi, lacrime,
s'è prosciugato il pozzo,
neppure una labile stilla scaturisce,
affinché sancire l'inizio d'una fine.
La piega delle labbra s'è incurvata,
sotto il peso del tormento,
allorché il sorriso ha subissato.
Sfiorito è il giorno, la notte incombe, inanimata,
nel mio inceder sulla spiaggia solitaria,
ai limiti dell'onda.
Così bianca, s'è increspata.
Rammenta il volto mio, pel suo pallore
e i rigagnoli bagnati.
Freddo lungo gli arti, rammarico nel cuore e pur rimpianto.
La rena, rinfrescata, sprofonda sotto i piedi.
Un'orma dopo l'altra, m'accompagnano,
a seguir tragitto mio, disorientato.
Nonché perplesso.
Dinanzi a me, c'è solo il mondo.
Manchi immensamente, amore,
a quest'esistenza infranta,
se sol sapessi sconfiggere l'orgoglio.
Vacillo, sotto il vento che scorrazza,
mi par d'udire la tua voce amata.
Mi pare d'osservar la tua figura avvicinarsi,
un gioco dei miei occhi, un'allucinazione, penso.
S'è incrementato il pozzo lacrimale,
sul ciglio delle palpebre, laghetti luccicanti.
Rimembro il nostro incontro e il nostro scontro.
"Non soppesar ogni parola detta,
ch'esce da un rivolo di fiato,
a volte poco arguta.
Dai adito soltanto ai miei ti amo"
ancor risuonan le parole nella mente mia incerta.
Il vento mi riporta il tuo respiro e i tuoi sospiri,
nel vespro, vado a coglier le tue braccia e la tua bocca.
La piega ch'ha sottratto il mio sorriso s'è invertita nei tuoi baci.
Rintocchi di campane, in lontananza,
un probabil segno d'assenso e il mio sogno ricomincia.

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