E fu così che mi destai. Il mio corpo embrionale giaceva ora avvizzito, nel bianco ordine d'ospedale, tra facce vacue e odore acre di disinfettante.
Mi destai così. Con il cuore d'un epilettico, lo sguardo d'un folle, e la forza di un sano, spumavo rabbiosa per il commesso sopruso.
E come Frida Kalho rividi il mio ventre aperto, stracciato, derubato. Mani anonime celate da guanti in lattice vi succhiavano via i primi aneliti d'un figlio.
Quale atto d'incoscienza, Quale sentore di paura (o codardia?) avevo permesso a me stessa?
Mi destai come si destano i morti poiché deceduta era in me ogni vana illusione di vita.
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