Sdraiato sul divano in modalità self service con le mosche aggrappate alla pelle a sorseggiare la calura opprimente ascolto rintocchi di morte sulle macerie d'un dardo assonnato e seni sdruccioli di attempate signore che adescano vecchi ricordi di vecchi eroi che han commesso atti impuri.
Se spingo lo sguardo oltre posso sentire il vociare delle cicale o forse sono lingue work in progress che ridestano sensi o forse sono orgasmi last minute consumati in radure di fortuna su cofani d'auto in ebollizione che catturano flash di circostanza e selfie di visi schiacciati su finestrini sporchi mentre il ramo si fa tronco e la linfa scende goccia a goccia inesorabile tra cosce imbrattate di colore.
Sei rintocchi di campana. È ora di andare alla messa.
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