E venne verso di te il mestierante. Leggero aveva il passo lento dell'attentatore. Ghigno malefico inquisitore l'uomo in bianco aveva, vivisettore. Giocoso l'accogliesti scodinzolante candido il manto degli innocenti Le mani leccasti al delinquente; atti d'amore, questi, e d'amicizia antica. Il bruto s'avvinghiò sul tuo mantello, un lampo fu, una saetta: e ti prese la libertà le carni. Vivisettore squallido abitante di laboratori, di stabulari, di scantinati doloranti. Manipolatore infame di viscere vive, palpitanti. Fredda e ottusa è l'opera tua di morte d'animali amici, animali santi: scannati, segati, trapiantati, eviscerati, decerebrati, scuoiati, bolliti, arrostiti vivi ed infine, come il Cristo crocifissi. Inutile si rivela il genio tuo assassino, ricercatore del nulla, nemico dell'uomo e della tua imbecillità. Col pane del sangue e della morte nutri i figli tuoi? (saran vampiri! ) lugubre ricompensa dell'arte tua nefanda: padre, barone e santità T'acclamano governi erranti, t'incoraggia all'assassinio e ti benedice il Papa, la chiesa, gli incivili, gli ignoranti. Mio è il disprezzo e la tua morte Gli animali martiri, povere creature, guardano all'amico, al santo buono. S'affidano a Francesco, ai protezionisti e a tutti i santi.
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