Dalle cavità umide e dai miei echi che portano voci assonnate mi ergo solitaria triste coperta di soli veli di malinconia che genera strappi lungo cuciture oscene che trasfigurano ogni pallore rendendolo livido e fanno lasco ciò che era liscio cicatrici tastate con le falangi inorridite ed il ritrarsi terrificato come se il tatto fosse vista e la vista, udito ed il cuore, morto e la vita, non vita Anedonia.
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