Vieni femmina o dea dai luminosi scurissimi capelli trame del mio zelo, occhi sorridenti di luce nera intrigo di una tenebra, o maga foresta bagnata e la terra dove come la rondine io sfiorandoti col petto ancora in volo trovai il mio cibo, sussurrai parole di senso diverso, gridandoti di starmi vicina con i nervi sfasciati e l'amore troppo forte per le mandibole bloccate, sotto sopra e dappertutto tu, tenda di velluto, un raggio caduto su un papavero, metà sull'acqua, follia, inciampo in una risata, tu dietro passo dopo passo verso me sicura giungi passandomi per l'anima, aprendomi la paura, vai incendiaria vittoriosa e già lontana. Sei l'estate e i frutti caldi di essa, sui tuoi rami sosto e coccinelle sulle tue mani si posano, verde, giallo e il colore, ho chiesto al mondo e ballato con l'universo a ritmo di jazz, ho urlato di darmi te, pietre, allodole, alberi, in tutto girando ti ho vista baciandoti le palpebre, giocando col tuo stranissimo anello, luce della sera, spavento, il nome ho scritto sulla nuda roccia del falco e lì oggi dimoro, nome della rosa, labbra brucianti come l'assenzio tu sei ignara ma io ti assaporo nella battaglia e nel crogiuolo t'invoco, profezia e versi, liquida immagine di uno specchio, vengo dal futuro, nella tua anima me ho lasciato vagabondo, odore, fuoco.
Commenti