La notte gli cade addosso, ombrosa e screziata d'argento; soave il suo sonno cela, pensieri non reali che statici nei sogni sostano. Dischiuse vermiglie labbra fiato che sa d'arsura ancora, consumato come il giorno trascorso sul mio corpo. Ridestarlo con un bacio vorrei, sotto il candore della luna che illumina il suo magnifico volto, mentre il vento d'autunno echeggia alla finestra, come un perseverante canto che tiene sveglia la mia brama.
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