Signore, nell'arido terreno del mio cuore vi hai gettato i tuoi semi di speranza, di gioia. Certo, coltivarli, per me, è fatica immane. Sosto, respiro, riparto e in turbinio d'impegno gioco la partita della vita. Ma, improvviso vento di egoismo scuote le fondamenta di mia casa. E ancora riparto e arrivo nel cantiere. Vi ferve il lavoro. Ma io, ostinata, presento il mio progetto. Continua a traballare la casa del mio cuore. Umile accetto le tue rettifiche. Ora non è più traballante la casa del "mio" cuore, perché non è più il mio ma è il "Tuo" progetto. E ride di pace la "Tua" casa nel mio cuore.
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