Questi canoni bestiali di istinti primordiali portati all'esasperazione, l'individuo che si esalta di fronte all'individuo stesso, le diffidenze e le arroganze, le indifferenze e le lontananze, le subdole giustificazioni alle loro egoistiche azioni. L'amore muore sotto il macete del sesso facile, un boia di nome Apparenza taglia la testa alla nobile Sostanza. E' un secolo logoro, e ormai avvelenato dalla presenza di anime morte, dal volto mascherato. Nessuno dona più senza sapere di poter guadagnare. Molti addirittura non guadagnano, ma si limitano a rubare. Qualche anima va ancora biascicando il verbo rispettare, ma sono tutti lì in trincea pronti solo a massacrare. Del progresso e la sapienza hanno fatto abuso a oltranza. Burattinai coscienti di anime imploranti, burattini disperati nelle mani di disgraziati. Virtù e difetto si van mescolando, funamboli di emozioni gentili danzano in equilibrio su corde tese tra il passaggio di anime vili. L'inferno reclama prepotente il suo posto in mezzo alla gente, il paradiso tremante si nasconde in un angolo di cuore nelle poche anime ancora feconde. Il pudore è ormai ricordo arcano, nell'epoca in cui d'amore si parla spesso invano. E in questo gran bordello, di sentimenti rotti, di fiori calpestati, di orrori emotivi perpetrati, di sorrisi rubati, di devozioni umane assenti, resistono ancora i poeti con la loro penna carica di intenti. Tra una rima e un'assonanza vanno cercando la loro speranza. Speranza che l'amore ormai ucciso dalla modernità riposi e poi ritorni a illuminare le anime puttane di questa impoverita, assurda umanità.
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