Sono apparsi tutti i personaggi del mio povero proscenio con superbia tracciano l'ultimo scorcio di via custodi del provino di chissà quali comparse o supponenti primiattori. Io sono l'edificio cementato dalla loro presenza quasi come forme sull'orlo del tempo madri presenti. Li sento nella circolazione sanguigna dei muscoli col tonante fragore dell'assoluto. Operai instancabili dei pensieri fragili medici della filosofia quotidiana. Mattatori che si alzano dall'obitorio della notte raccontano vecchie storie sempre le stesse con lo stesso viso di allora e lo stesso suono della laringe il monologo della vita.
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