Scritta da: Ciro Orsi

S. Angelo all'Esca

Il viaggio in corriera era già vacanza
negli anni cinquanta.
Il rombo dei motori
in arrivo e in partenza
l'odore di nafta e il profumo
delle sfogliatelle calde
nei cartocci che mia madre
portava in dono agli amici del paese
le liti con il fratello
per il diritto al posto davanti
vicino all'autista
l'attesa della partenza
nel pomeriggio caldo d'estate.
Alle tre arrivava l'autista
dal berretto azzurro con la visiera
la gente lo chiamava per nome
qualcuno gli affidava un pacco
un plico o solo un saluto
da consegnare a corrispondenti
in attesa alle fermate
lungo la via della corriera.
Poi iniziava il viaggio
lasciando la città
tra campagne ordinate
lunghi filari
case sparse e paesi
dai nomi sconosciuti.
Poi luoghi più famosi
fiumi e monti importanti
che conoscevi dalla scuola
o dai ricordi di storie già sentite.
Il viaggio in corriera
aveva piccole soste
scendere e salire
per un saluto veloce,
per la consegna del pacco.
Poi di nuovo in viaggio
mentre il sole calava
oltre la grande schiena montuosa
tra strade sempre più strette
si vedeva già la nostra mèta
in fondo alla valle
una curva poi un'altra
poi una serie di tornanti
in salita ripida
il suono delle trombe
dalle due tonalità famose
prima di entrare sul corso
nel centro del paese.
Alla fermata ci attendevano
i nostri amici,
tutta la famiglia era in festa
per noi, ospiti sacri,
a S. Angelo all'Esca
che pochi anni prima
aveva ospitato la mia famiglia
sfollata dalla guerra.
Ma ora era vacanza
e la festa cominciava
mentre la corriera
giunta in fondo al corso
girava e tornava indietro
giù per i tornanti
verso il prossimo paese:
fine della corsa.
Composta lunedì 9 marzo 1970

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