Circolo Garibaldi

Un vecchio compagno di provata fede,
che ancora vive nella resistenza
al non si sa più cosa,
causa la poca vista
legge il giornale con la lente,
l'altro giornale è sulle gambe,
Sotto al tavolino,
lo tiene lì per dopo,
l'ha prenotato a modo suo.
Parla con un amico,
anche lui con un giornale
che trattiene in mano,
pezzi di carta riservati a poi.
È il monopolio casereccio dell'informazione
e del possesso della stampa.
Uno soltanto legge il giornale di partito,
e lo traduce a modo suo con tre parole,
una parte del poco che ha capito.
Intanto quel che resta dell'idea
è ciò che ognuno sente suo
pur non possedendolo.
Ma l'importante è aver democrazia
e non vedere i dirigenti
come dittatori,
o non vederli affatto.
E se proprio uno si dovesse trovare al perso
vale l'antico detto
che
"a tre dita dal proprio cul tutto è permesso".
E mentre osservo
bevo il mio caffe,
primo mattino,
e sono pronto al resto del mio giorno.
Intanto i primi ragazzi delle scuole,
quelli che se ne sbattono di tutto
stanno arrivando,
parlano,
urlano,
ridono
presi fra i compiti da ricopiare,
lo sport ed i compagni
non di partito
ma di scuola.
Forse per l'ora
o per la troppa confusione
s'alza dal tavolo l'anziano
con la sua vita addosso
e brontolando prende la strada inversa
e se ne va
e non si rende conto della sua fortuna,
il non aver capito di aver perso.
Composta lunedì 11 giugno 2012

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