Da mesmeriche linfe zampilla mia epoca fatta di sapori sciapi uguali abitudini e sciame di ovvietà.
Anaffettivi marinai dello stessa corrente, passanti della medesima via, simulando di non intendere con gli occhi ritratti in una fredda espressione.
In un imbarazzante corteo salpiamo sulle nostre gondole e ci leghiamo l'un l'altro allo stesso mare. Catturati e imbavagliati da noi stessi tra le nostre bugie ci inganniamo da soli.
Deboli foglie di un giovane albero non abbiamo mai vissuto la primavera ma solo sentito parlare. Eppure ci sarà un insolito pensatore una più verde foglia.
Allieterà come una pasqua e salverà l'albero e il suo aspetto, come un galleggiante in mezzo a braccia scoraggiate che hanno scordato come nuotare.
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