Che un respiro a fil di bocca bastasse ad eccitarmi e con le dita cercare le tue dita e sentire il canto della pelle fino in fondo fino al sangue che corre come un treno In un attimo, nuda, perdevi i lembi del pudore Venere di cera ti scioglievi come bruma al sole La sottana presa dai capezzoli fermava la discesa che il ruvido velluto della lingua aveva eretto Aderendo i corpi s'infangavano di sudore senza scrupoli le unghie penetravano la pelle scivolosa sul letto s'inchiodava Profanarti era un castigo reso irrefrenabile dalla voglia di trafiggerti che bucava come un tarlo l'istinto spingeva avanti senza ritegno L'orgasmo pioveva nel ventre che incassava colava bollente a riposar la danza tra l'inguine teso e un respiro a fior di pelle i sensi incenerivano l'ardente brace L'ultimo bacio chiudeva le mille bocche lambite come vini dall'aspro odor dei tini resta il miele ad incollare l'impetuosa voglia Rivestivo i tuoi nudi e virginei sguardi che s'intimidivano pungendo fitto il cuore Onde di capelli si dipanavano a matassa nell'intimo tormento il fiato diventava ardesia la tua mansueta purezza smarriva l'universo di quella notte che in un attimo fu già domani.
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