Scritta da: Matteo Salomone

Le dimensioni delle parole

Stavo camminando tornando a casa ieri sera.
Una donna piangeva
e un uomo davanti a lei parlava con le braccia, in affanno
come l'ultimo gesto di chi sa
di essere solo nel mezzo dell'oceano.
Non vedevo la sua bocca ma leggevo ogni sua parola
come fosse stata mia.
E lui era davvero in mezzo all'oceano.

Un uomo spazzava davanti al suo negozio,
con la radio accesa, e quel gesto meccanico non era che un corpo,
lasciato come un bambino a giocare in cortile
mentre l'anima in piedi su una sedia,
ad essere quella canzone e solo quella canzone.

Una ragazza su una bicicletta, con la faccia tesa
per il freddo; che era un dolore lontano
ma lei tutta concentrata li, che poi era solo più un pensiero
a pedalare davanti a me.
Parole senza lettere.

E tu che stai davanti a me e mi dici che sono solo parole.
Si lo sono, ma se le parole, i pensieri, creano dimensioni,
e se queste poi restano li dove le abbiamo create?
Se sono qui e resto muto, se il cuore e l'anima sono fermi.
Se il mondo si fa nebbia e i ricordi fantasmi.
Se non abbiamo più coordinate. Fai soltanto un passo,
nella tua mente, e raggiungimi qui.
Sono solo parole. Ma noi siamo una terra lontana ormai.

Poi il tempo potrà riprendere la sua corsa,
e gente invadere il nostro spazio.
E ricominciare tutto da capo. E poi per sempre.
Ma noi saremo li. Lontani da tutti.
Come l'uomo nell'oceano e quello in piedi sulla sedia,
o la ragazza sulla bicicletta.
Frammenti di una realtà che nessuno troverà mai.
Composta giovedì 16 febbraio 2012

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    Scritta da: Matteo Salomone
    Riferimento:
    Se il soldato ha un nome allora è un uomo e non può sparare. Ma se il suo nome è soldato allora è un corpo che si svuota dell'anima e non c'è limite a ciò che può fare. E quell'anima dove va? E se quel frammento che in quel momento non guida più le sue azioni, rimanesse esattamente lì dove l'uomo l'ha lasciato? Allora tra le pieghe della realtà immense storie e grandi uomini vivrebbero ancora nei frammenti delle emozioni vissute. Emozioni ormai senza più coordinate. E quindi, forse, immortali.

    Commenti

    2
    postato da , il
    "Pochi i gesti, tante le persone" diceva Kundera. Se ci pensi è improbabile che un gesto definito da una persona sia suo e solo suo, originale e inimitabile; è improbabile che i gesti siano strumenti degli uomini. E' assai più probabile che siano gli uomini ad essere strumenti dei gesti, mezzi materiali di un immortalità che è nell'uomo dal momento stesso in cui è nato. La poesia parla di quello sostanzialmente.
    1
    postato da , il
    E' il libro della vita.... quello scritto senza parole, ma da gesti, azioni, comportamenti, decisioni e quanto fanno di noi un essere umano..... mortale.

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