Tra rovine di templi coperte dal sangue del Sole piange Ganimede in solitudine accompagnando il mare con i suoi lamenti
aspetta Zeus che lo innalzò nel Cielo con ali d'Aquila riscaldandolo col suo corpo stringendolo a lui sussurrandogli parole dettate da Eros che strinsero il suo cuore come rovente catena
ora sta lì dopo giorni ed aspetta il suo ritorno di udire in lontananza la voce amata e di poter stringere il corpo che gli diede il caldo piacere per ora piange troppe lacrime da asciugare sul bel viso aspettando lui il suo calore e gli fanno compagnia i templi distrutti muti maestri che un tempo egli ascoltava ed ora ricambiano.
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