Calda la tua mano piegava la mia innocenza senza che io lo capissi, senza che io ne avessi coscienza; io piccolo bocciolo bianco dalla effimera bellezza, tu indomito vento dalla inesauribile esperienza. Sottile la tua voce a me arrivava, stregando la mia mente, confondendo la ragione; delizioso il soffio, dal sapore mielato che le mie labbra fameliche soavemente sfioravano, e morbida la brezza che con una prolungata carezza la mia corolla di seta di tenerezza colmava, quando travolta da sensazioni in me ancora vergini, i miei petali timidamente schiudevo e tu inebriato da quel nettare dal profumo dolce ed esaltante, ti dissetavi dalla mia essenza ed il mio tesoro con frenesia svelavi. Tra le tue mani così delicatamente prendevi me, fiore allora casto, ed espirando col tuo alito appassionato Io, donna finalmente germogliavo.
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