Ancora non so cosa mi spinge a porre l'orecchio trepidante negli angoli riposti della casa.
È forse la mancanza inaccettata del suono dolce di una tua risata del tono fermo di una tua parola.
Solo il silenzio si offre inusitato la calma vincitrice tutto ammanta, ma il regno invisitato dello studio a me rammenta gesti quotidiani.
Oggi la sera si apre ospitale a volti nella grazia già cambiati; sgranando lenta la corona familiare infine sento nelle voci oranti un'eco che non si addice loro: così la tua presenza è manifesta, certezza di un legame che continua.
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