Annego nell'inchiostro la seta che avvolge il mio sonno tra voli notturni di pipistrelli e schiamazzi mattutini delle lavandaie. In un'aria di vetro cerco di dirigere il traffico delle mie passioni e, lasciandomi lambire dalla brezza amica, mi riposo all'ombra della grande quercia ascoltando canzoni di ieri. Il tempo, intanto, immemore delle mie sofferenze, ambisce solo a spargere la mia cenere dolce nell'armonia dello spazio remoto dove le stelle per noi son morte e non c'è un arcobaleno che, dopo le vicende della vita, si stagli nel cielo turchino e muti la nostra essenza dall'ombra alla luce.
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