Figlio di un amore infedele cresciuto su radici inferme. Aghi pungenti che penetrano una sconosciuta intimità. Sono padrona del tuo germoglio profumato d'aprile e impollinato nell'assenza. Ostinato come il vento mugghiante contro la finestra, Pulito come il vetro che amoreggia con il sole, Insano come un idillico delirio. Io, primavera bambina da bere a piccoli sorsi senza che la vita ci congestioni in un ultimo gelido bacio. Io, falena sciupata nei riverberi accecanti del sole che rinsecchisce le mie friabili ali. Gufo della notte conosci bene quanto dolore ci sia nel vivere il buio elemosinando raggi e certezze. Solo un grande coraggio, più rigoglioso del tuo germoglio potrà gettare un nuovo seme ch'io custodirò come preziosa reticenza del tuo amore. E coltiverò un giardino e tu sarai il mio tramonto bagnato d'orchidea.
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