Quanto mi manca, in questo vento di sabbia che mi sfrega la pelle che lo sento in bocca ed è amaro il tuo campo di viole. Dove ti stendi nei pomeriggi freschi sotto i cieli in pace e mi copri di profumi e piaceri e mi sfami. E tu mi manchi più della pace più dei fiori, più dei colori adesso che sono tra questi grigi piatti e questo cielo che nelle notti pur mi affascina di luce che è luce ma non mi sazia delle tue distanze.
Corro dentro i deserti a volte tuona il cielo a volte trema la terra zappe arrugginite che diventano fucili facili. Bambini che scappano e scappano i sorrisi tra le fessure di denti caduti cosi prematuri per le lame, per i ferri roventi che bucano gli smalti le cose più dure e questa è la guerra. E quanti occhi del loro tempo felice sono già spenti per giochi non vissuti perché hanno visto i burroni sprofondare ancor di più per dolori che spengono candelabri come la follia di armi che sparano contro altri uomini. È questa la guerra e quanti non potranno dimenticarla per le cicatrici così profonde fin dentro le anime. In questi deserti neri afghani che non hanno angoli il tempo ancor galleggia nel passato.
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