Scritta da: Walter Tocci
Chiudete le porte e serrate le tende
si va a incominciare, s'attende,
che cali il silenzio e neanche una voce
sorga a turbare l'oscurità in pace.
La mente assorta nel proprio torpore
prenda a sondare i tremori del cuore,
scavi i meandri della coscienza,
esplori le terre dell'esistenza
ove presenze ancor vive e celate
abitan resti di epoche andate
giacendo inerti nella penombra
d'un limbo ove tutto immobile sembra.
Attendon che l'alito della memoria
- foglie cadute - le colga per aria;
risveglio improvviso dai vortici inquieti
che nasce a dipinger le oscure pareti
di voli d'immagin che sfiorano gli occhi
e solcan lo spazio al ritmo dei tocchi
la pendola antica, antico tempo scandisce
nel vento d'un giorno che fuori appassisce.
Sembianze d'istanti sfuggite e riprese
in gocce candite nascoste e sospese
spargon l'aroma di lidi lontani
portandoci l'eco di suoni e richiami;
i volti e le voci di chi se n'è andato,
l'essenza dolente di un sogno svanito,
la rabbia e il rimpianto, la gioia e i sorrisi
e ancora la giostra di volti e di visi
che invade il teatro del nostro ricordo
creandovi scene in un tacito accordo.
Le segue il pensiero vagando lontano
ed entra nei luoghi di un mondo più arcano
mentre da molto il nero velluto
è sceso a coprire il giorno caduto.
Il risveglio sorprende la notte che arretra
al lieve chiarore che bagna la pietra
dei muri che ora han già preso contorno;
nessuna immagine ora danza più attorno.
Il silenzio ha lasciato il posto al rumore
d'un giorno che nasce e poi se ne muore.
Di nuovo la sera. Il silenzio riprende;
chiudete le porte, serrate le tende
si va a incominciare, s'attende...
Composta domenica 30 aprile 1995

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