E non entrerò mai più in quella stanza. Quella stanza vuota di te ma piena di parte di te. Quando mi avvicino ovunque mi appare l'immagine di te, l'immagine del tuo viso sereno ma morto. Toccarti per l'ultima volta, in quella cassa, è stato tremendo e bellissimo... la tua pelle ruvida e liscia, bianca, intorno ad essa mille colori... le tue mani sul petto che stringono il fazzoletto preferito da te da me fatto ricamare mi ha fatto provare felicità, paura e rabbia, ma soprattutto non condivisione per ciò che fa parte della vita... la morte... Il tuo vestito bianco... i fiori... ti hanno portata via sotto la pioggia e non capivi, chiamavi e chiedevi aiuto ma non potevamo avvicinarci... come se prendessero dei massi con un telo... ti hanno presa... portata via... parlerò con te quando nessuno sentirà e tu mi risponderai in qualche modo ne sono sicura... perché ci amiamo.
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