Ti vedo con gli occhi chiusi, ché la pelle li ha sempre aperti. Con gli orecchi sulle vertebre a sentir il tuo cuore quando, ritmicamente, ti avvicini. _Ti allontani per entrare dentro al nero, bianco della carne, attorno, eredità di generazioni di donne diafane e le tengo tutte in me - perfette, perfetta - L'odore di mandorle a lisciare i corpi, guizzare, sgusciare, scivolare, aderire. Sfiora ciò che è sfiorabile e tarda e trattieniti. Si attacchino i secondi agli attimi e si cuciano lembi di pelle, di noi, amanti siamesi. Arpionato ai capelli, corde, come se il vacante, sotto, ti aspirasse, a stringermi il collo come ad uccidermi, invece, vivendo. Dimentichi di mortalità, eterni dei. Tu, mia Nemesi.
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