Pretendi parole, ma non chiedere la voce è abbandonata in un cassetto, pieno di ciarpame inutile, di consumato e iridescente brivido.
Tutto già detto, come all'interno di un prevedibile ripiego intuito, ormai, dal proseguire di un tuo gesto.
Voglio il colore che non pretende il suono e potessimo comprendere quel fremito elettrico che corre sotto la pelle la danza muta delle labbra, la goccia di sudore che scivola sul mento, un ondeggiare delizioso di ciglia e le tue mani come sinfonie avvolte, musicali, sul mio ventre.
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