Fame, fame, ed addentavo pietra! Che tale era il buio maledetto offertosi in travestimento carneo, e (i) troppi occhieggiamenti opportunistici alle porte del visibile erano le stelle, che da prostitute osavano addirittura vendere la luce in cambio del rapporto di uno sguardo! Fumava dalla cucina del sonno sul piano cottura dei piedi - il pasto dell'ombra ormai bruciata dal mio nascere, non l'addentavo con palpebre e ciglia rivolte altrove come le mie lacrime! - Ululante era il passo senza bosco - solo l'impietrimento dell'asfalto - la solitudine mi regalava l'illusione di essere un superstite passaggi d'epoche nelle colonne franate per ricostruirsi altre delle nubi, tovaglioli di troppo che spostati svelavano il mio cuore di desiderio: annegare lassù, bevendo dalla tazza della luna il mio e di tutti futuro di cenere.
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