Il nostro è un sacrificio di piacere. Gettiamo a un vento solidificato i nostri versi, ancora animaleschi, preghiamo entrino dentro una parete d'ascolto vigilante, muri e muri senza finestre in cui sia accesa luce ché dica al nostro soffio "benvenuto"! Esiliati all'origine patiamo del nostro non potere esser compresi, ma sappiamo di una celerità, acqua che irrotta spegne il labor flammae, frustrati nella tensione captante resti celesti, un altrove dannato.
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