Seguo il dirottamento delle ossa, la cui essenza di abito di sposa si fa poi gesso arreso alla lavagna compattissima dell'oscurità. Mi innalzo sulla vetta dei miei sogni, sul teschio abbandonato dal pirata di una veglia andata a razziare altrove gli opposti dal silenzio. Il mare è vento, aborto e addio al liquido amniotico, tutto recede e tende all'astrattezza. Torno alla veste di frutto maturo, non voluto provare da nessuno.
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