Di primavera siete orditi, o amanti; di vento e d'acqua e terra e sole orditi. La montagna nei vostri petti ansanti e dentro gli occhi i campi rifioriti,
esibite una mutua primavera, di dolce latte impavidi e insaziati, ch'oggi v'offre la lùbrica pantera, prima che, torva, sul cammino guati.
Muovetevi, se l'asse della terra verso il solstizio dell'estate aberra – verde il mandorlo e vizza la violetta,
sete vicina, fonte non lontano – verso la sera amabile e perfetta con la rosa di fuoco nella mano.
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