C'era una volta il coronavirus era una mosca rossa dispettosa in ogni mossa e il suo ronzio era fastidioso disturbava tutto ciò che era gioioso perché voleva un mondo noioso. Svolazzava su ogni cosa e seccava pure una rosa tanto era odiosa. Voleva catturare gli uomini per metterli nella sua prigione dove non esiste emozione. "Non dovete vedere arcobaleni" – diceva - "perché è meglio un mondo di veleni". Allora, giunse un gigante buono e del cuore si sentiva il suono. Era tutto colorato giallo, bianco, nero e aveva il mondo disegnato ed era pure "mascherato". Il coronavirus intimorito chiese: "dove va buonuomo così vestito?". "Voglio far volare il mondo come un aquilone" – rispose il gigante buono - "cielo azzurro e solleone". E soffiò forte ma forte che la mosca rossa non ebbe altra sorte se non di ridare la vita alla morte. Così tutto il mondo tornò colorato dalla paura liberato e di quelli che la mosca aveva imprigionato - e, purtroppo, mai liberato - rimase un arcobaleno tanto amato perché grazie a loro il gigante buono, finalmente, era arrivato.
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