"Domani". La parola libera, vacante, senza peso, si muoveva nell'aria, così senz'anima e corpo, senza colore né bacio, che l'ho lasciata passare al mio fianco, nel mio oggi. Ma, all'improvviso tu hai detto: "io, domani..." e tutto si è animato di carne e di bandiere. Mi si precipitavano addosso le promesse di seicento colori, con vestiti alla moda nude, ma tutte ricolme di carezze in treni o gazzelle mi giungevano – acute, suoni di violini – snelle speranze di bocche verginali. O veloci e grandi come navi, di lontano, come balene da mari remoti immense speranze d'un amore senza termine. Domani! Che parola vibrante, tutta tesa di anima e carne rosata, corda dell'arco dove tu hai messo, acutissima, arma di venti anni, la freccia più sicura quando hai detto: "io..."
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