In questi giorni, mi levo con le betulle e sulla fronte ravvio le ciocche di frumento davanti a uno specchio di ghiaccio.
Amalgamato al mio respiro sfiocca il latte: così di buon'ora ha facile schiuma. E dove il vetro appanno con l'alito appare, dipinto da un dito infantile, ancora il tuo nome: innocenza! Dopo tanto tempo.
In questi giorni, non mi duole di sapere dimenticare e di essere costretta a ricordare.
Amo. Fino all'incandescenza io amo, e ne ringrazio biblicamente il cielo. L'ho imparato in volo.
In questi giorni, io ripenso all'albatro che mi ha sollevata e trasportata in un paese che è un foglio bianco.
All'orizzonte immagino, fulgido nel suo tramonto, il mio favoloso continente laggiù, che mi ha congedata già rivestita del sudario.
Vivo, e da lontano ascolto il suo canto del cigno!
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