Follia fantasmagorica si desta
lungo i pendii, che l'erba umida aggrazia
di chiari lampi, suscitando a festa
lo sdraio enorme della terra sazia.
Sui tronchi levigati a cartapesta
Merli-automi, con estasi che strazia
di passione, urlano pace e siesta
alle fontane mute, ora in disgrazia.
E dal voluttuoso stiramento
del mezzogiorno, che ha sbavato d'oro
il guanciale dei prati, esce un lamento.
L'anima in nostalgia spia di straforo
curve rosee di nuvole, che il vento
va palpeggiando col suo brio sonoro.
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