Stamane sulle quattro, vagolando col mio scettro d'insonnia per la casa, senza accendere le luci, m'avvenne d'intuire sulla soglia del terrazzo qualcosa, tra feroce e soave - non certo l'umidore dell'edera risalita in apnea né fantasmi di voci dalle antenne dei palazzi accasciati. - Era là fuori la notte in piena doglia: si sforzava di uscire dalle grotte di se stessa. Affannosa. Le esultava l'ampio addome di brividi, il madore ne intrideva le stelle. Fu come per una donna: trattenere un lungo attimo il fiato. E il suo dolore s'assommò, sangue ed anima, in un grido - lassù - di rosa.
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