Gesù, il Fedele, il Verace, è il Giudice che prese a esprimere visibile nel giorno del Santo Natale l'inesprimibile misericordia del Padre: prese a raggiar malvisto nel voltò sublime la bellezza divina e materna compiendo: e nuovo incanto di beltà pervase con intimo fremito l'universo fra linee terrene presagio di Cielo per educarci lassù, al Paradiso; ma prima ancora la Bontà rifulse, accese d'esser buono il gran tormento, accese d'esser buono un vasto incendio che a somiglianza divina cresce e arde per ogni cuore in carità di Dio trasfigurato: cura d'una vita monda, sete d'innocenza, anelito di vergine scienza, e devota attenzione presso il Bimbo, attenzione devota al Fanciullo fatto emblema d'ogni cosa pura, sciolto problema d'ogni vita piena; e infine salvifico effetto sopra l'intero creato a salvare già qui tutto l'uomo, ciò che è nato nel mondo perituro e portarlo sicuro al giudizio; Gesù il Fedele, il solo punto fermo nel moto dei tempi, in sterminata serie di eventi: il solo Santo che non manca mai, che trascende dove ci comprende e si fa dono 'in cima ai nostri guai e pareggia la grazia coi perdono: vero Dio trasumanante e a Deità aperto vero Uomo: Egli, il Fedele per sempre, Maestro vivente di Fede, egli che viene a Natale in peccato per meritarci in maestà di gloria, continuo avvento al termine segnato: se non'invano passiamo il breve tempo come luce del Figlio Incarnato, come frutti di dolce consiglio, impegno amoroso di vita, di vita dei singolo unanime nel segno, vita raggiunta infinita, in beata circolazione dove l'impeto ta porta che ineffabilmente ovunque va non ritorna, ma In desìo del Padre universalmente procede, nel fulgore del fuoco tutti insieme gloriando quali figli di Dio, alleluiando ai Padre, al Tìglio e allo Spìrito Santo che universalmente procede, tutti insieme in gioco giocondo festando quali in gaudio rapiti figli di Dio nell'impeto che procede su per la multanime fiamma di fratelli nella Mamma Celeste, i Fratelli di Gesù il Fedele.
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