Ti riconosco dagli occhi come fossero secchi d’acqua: a pulire il fango, a scoprire l’inganno, a denudare l’affanno. Danno. Le pupille dilatate, a volte contratte, forse distratte, d’iride superbo, di colore acerbo, il fittizio garbo. Si intravede un cantuccio, riflesso dal cristallino, luce buio, chiaro scuro, dolce amaro. E appare un quadro, tela, e sopraggiunge la sera, vera. Colla trasparente appiccica pensieri sin da ieri anche oggi per domani e uno spaventapasseri affoga mentre si va di moda. Artificiosamente in voga.
Commenti