Dicono che lo sciacallo e la talpa bevano allo stesso ruscello dove viene a bere il leone.
E dicono che l'aquila e l'avvoltoio infilino il becco nella stessa carcassa, e stanno in pace l'uno con l'altro, davanti alla cosa morta.
O amore, che con la tua regale mano hai imbrigliato i miei desideri, e hai elevato la mia fame e la mia sete a dignità di orgoglio, non permettere che il forte e il durevole in me mangino il pane e bevano il vino che tentano il mio io più debole. Lasciami piuttosto morire di fame, e consenti che il mio cuore bruci dalla sete e lasciami morire e avvizzirmi, prima che io stenda la mano verso una coppa che tu non abbia riempito o una ciotola che tu non abbia benedetto.
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