Dopo sereno calle, quando il declino su cataletto azzarda vene di carbonchio e indossa trilli, sembra lasso di acquerelli la pace timorosa che inzuppa di oro colato le rughe del tempo. Il sole ancora consiglia, ma pioggia che sale dagli anni pacciame modella. Il dì canuto, dove un qualche scienziato ha inventato la macchina per vedere l'invisibile e sentire l'impercettibile silenzio, al grido di sorgenti d'acqua pura che abbeverano pozzi secchi di cavalli che hanno attraversato il deserto, confuta i fantini con la frusta quando muti sull'ancora di ghiaccio si spartiscono l'ombre. Nell'interstizio che soccorre il tempo ascolto il vento leggero che porta i cavalli nel recinto.
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